Stipendi, Italia in coda alla classifica europea

L’Eurostat ha realizzato una classifica delle retribuzioni medie dei lavoratori in tutta Europa, rivelando quali sono gli Stati in cui gli stipendi sono più alti. A trionfare sono i Paesi del Nord come Svizzera e Norvegia, mentre l’Italia arranca nelle ultime posizioni.

Quasi 70 mila euro l’anno: è questo lo stipendio medio che porta a casa un lavoratore svizzero in un anno, come rivelato dall’indagine che Eurostat ha effettuato appunto sulle retribuzioni a livello continentale (e non solo). Secondo le stime dell’agenzia di statistica, al secondo posto c’è la nazione scandinava della Norvegia, con 44.161 euro, mentre al terzo posto si piazza il Lussemburgo con 38.490 euro.

La classifica degli stipendi. Per i lettori più curiosi, proseguiamo con i Paesi inseriti nella top ten di Eurostat, che certifica in quarta posizione il Regno Unito (37.995,26 euro di retribuzione media), e poi ancora Islanda (poco più di 36 mila euro), Danimarca (quasi 35 mila), Paesi Bassi (34.499 euro) e poi due nazioni scandinave, Svezia e Finlandia (rispettivamente con 33.919,60 e 30.065,31 euro). Inoltre, l’istituto rivela anche l’importo medio guadagnato negli Stati Uniti, che si attesta su 34.158,21 euro.

La retribuzione in Italia. E l’Italia? Di sicuro fuori dalla top ten europea, gli stipendi italiani in realtà sono tra i più bassi di tutto il Vecchio Continente, ai livelli di quelli guadagnati in altri Paesi mediterranei come Spagna e Portogallo (e ovviamente Grecia, su cui pesa il default degli anni passati). Il livello della retribuzione nel nostro Paese arriva a 21.147,06 euro, ma bisogna ricordare che si tratta di un dato medio, ovvero (per citare la nota massima di Trilussa) che non rappresenta un dato reale, ma statistico, falsato anche dai famosi “stipendi d’oro” che incidono inevitabilmente sulla media.

Lo stipendio netto. Inoltre, i numeri non prendono in considerazione i costi della vita nei diversi Paesi nonché il variabile peso del fisco, e quindi servono sì come “bussola” per orientarsi, ma non in senso assoluto. Per scoprire quanto davvero si guadagna in Italia, come spiega bene il sito di informazione FissoVariabile, bisogna prendere in esame tutte le variabili per arrivare al calcolo dello stipendio netto, cui detrarre innanzitutto le tasse.

Anziano e più pagato. Le analisi di Eurostat focalizzate sull’Italia ci consentono anche di scoprire alcuni trend molto interessanti; ad esempio, nel nostro Paese “l’anzianità paga“, ovvero il reddito cresce con l’età, a parte qualche eccezione, e la distanza della retribuzione fra matricole e veterani appare particolarmente ampia nei servizi finanziari o di informazione e comunicazione nonché nelle attività estrattive. Più ridotta la forbice in altri settori, come istruzione e trasporti, mentre nel commercio lo stipendio medio cresce fino ai 60 anni, per poi ridursi.

Ma in Europa non vale. Le cose vanno diversamente in Europa, dove invece si tende a collegare lo stipendio direttamente a quanto si produce, a prescindere dall’età: in Germania e Regno Unito, ad esempio, il picco arriva intorno ai 50 anni, per poi calare, invece che continuare a crescere come avviene appunto in Italia o in Spagna.

Uomini vs. donne. Altra differenza che salta agli occhi è quella di genere: se infatti uomini e donne guadagnano quasi la stessa cifra in ambito come alloggi e ristorazione (con variazioni che oscillano di un centinaio di euro al mese), in settori più “prefessionalizzati” come la finanza o quelli legati alle professioni scientifiche e tecniche la differenza vale quasi mille euro, “ovviamente” a favore del sesso forte.

Le donne guadagnano meno. Per spiegare questo divario sono state elaborate diverse ipotesi: per alcuni, le donne potrebbero essere sfavorite dalla necessità di lavoro extra orario di ufficio che richiedono certi settori, mentre altri sottolineano il fattore istruzione, visto che soprattutto in passato le ragazze erano spinte verso studi che preparavano a redditi più bassi.