Startup: normativa e numeri delle realtà italiane

Il contesto economico del terzo millennio prevede una stretta connessione fra successo dell’impresa, innovazione e sviluppo tecnologico (si vedano i podcast su Radio Radicale)

Sempre più spesso gli imprenditori, per rispondere diligentemente alle richieste del mercato,

passano attraverso la creazione di una startup, un contributo essenziale per innovare le procedure di sviluppo e ricerca e restare al passo con i tempi.

 

La normativa che consente di promuovere e far crescere una startup innovativa trova gli elementi fondamentali nella legge n.221/2012, norma di conversione del Dl 179/2012, meglio conosciuto come ‘Decreto Crescita 2.0′. Scorrendo la legge un’intera sezione, la IX per la precisione, è dedicata al nuovo tipo di impresa: la startup per l’appunto.

 

Nel corso degli anni dal punto di vista normativo le startup hanno fruito di tutta una serie di rafforzamenti messi a segno dal  Dl 76/2013 (“Decreto Lavoro”), dal Dl. 3/2015 (“Investment Compact”) e in ultima istanza dalla Legge 232/2016 ovvero la “legge di Stabilità 2017”, che hanno permesso alle startup di potenziare e allargare la mole di strumenti agevolati di cui fruire.

 

In fatto di forma societaria le startup possono essere anche società di capitali, o possedere una finalità cooperativa, ma mai derivare da una fusione, scissione o cessione di un ramo d’azienda.

 

Il primo requisito che devono possedere le startup è quello relativo ai tempi.

Una startup infatti non può essere costituita da più di 60 mesi dalla data di presentazione della domanda.

Se si possiede già un’impresa vanno quindi verificati i requisiti per poterla trasformare.

La sede principale deve essere stabilita in Italia o in un paese dell’Ue.

L’oggetto sociale deve ruotare attorno allo sviluppo, alla produzione o alla commercializzazione di prodotti o servizi innovativi, che possiedano un elevato valore tecnologico.

 

In Italia operano 7327 startup innovative, che rappresentano lo 0,43% del milione e 600mila società di capitali in attività nel nostro Paese.

 

Le startup italiane si muovono in settori diversi.

Entrando nel merito il 70,29% delle startup innovative si occupa di fornire servizi alle imprese ed in prevalenza svolge attività di produzione software e consulenza informatica, ma anche tutta una serie di servizi di informazione.

E’ invece una percentuale pari al 19,67% ad operare nel settore dell’industria ed un 4,22% a svolgere attività legate al mondo del commercio.

 

Valutando l‘età degli imprenditori, che operano all’interno delle startup innovative, sono 1.406, ovvero il 20,4% del totale, quelle gestite da giovani sotto i 35 anni.

La presenza almeno di un giovane nella struttura sociale coinvolge 2.454 startup ovvero il 35,7% del totale.