Gli ultimi anni, in Italia, per quel che concerne la parte prettamente ed esclusivamente economica e finanziaria, sono stati tutt’altro che entusiasmanti. Sappiamo ormai fin troppo bene, infatti, quali siano state le conseguenze della crisi economica che, da ormai quasi quasi due lustri, ha frastagliato numerosi paesi a livello intercontinentale, ed in particolar modo il nostro Belpaese. Sappiamo anche quanto gravi son state queste conseguenze, che hanno frustrato senza sosta le ambizioni, i desideri e le speranze di molti comuni cittadini, i quali, anno dopo anno, si son trovati ad affrontare situazioni sempre più critiche e difficoltose, fra tasse e spese assortite.
La disoccupazione, nel corso dell’ultimo decennio, è aumentata in maniera decisamente vertiginosa e preoccupante, tanto che sono stati, e sono tuttora, numerosissimi gli italiani, in particolar modo fra i più giovani, a non avere nessun lavoro od occupazione, e che non possono neppure permettersi di mantenere un determinato percorso formativo o di studi. In tantissimi hanno visto il proprio potere d’acquisto notevolmente ridimensionato, ed in alcuni casi estremi persino azzerato, producendo un fenomeno di reazione a catena estremamente grave e preoccupante: con l’indebolimento dei mercati, molte aziende, ditte, imprese ed esercizi commerciali sono finiti sul lastrico, tanto che numerosi imprenditori e titolari sono stati costretti a dichiarare bancarotta ed a chiudere i battenti, lasciando a casa tantissimi dipendenti e lavoratori che, di punto e in bianco, non sono più stati in grado di ricevere uno stipendio. E, naturalmente, con meno denaro nelle tasche, e quindi con minori possibilità di investire i propri soldi e di acquistare articoli di svariato genere, altri negozi ed altri esercizi sono arrivati alla fine prematura, generando una sorta di circolo vizioso dal quale uscire è stato sempre più complesso e difficoltoso.
Fra le altre conseguenze di questa crisi, che hanno minato ed indebolito ulteriormente l’economia di tutto il paese, ci sono naturalmente i rincari delle tasse, sempre più esose e difficili da pagare. E non è certo un mistero, pertanto, se una fra le più criticate di esse, oltre che (secondo alcune stime) fra le più evase in assoluto, come quella relativa al canone televisivo, sia finita ancora di più sotto l’attenzione di molti, e per svariati motivi.
Se, in tempi di crisi come questi, il canone della televisione può essere definito come una spesa superflua, sono stati in molti, nel corso degli ultimi tempi, a rinunciare al proprio televisore, finendo così per non pagare più il tanto detestato (e discusso) canone.
Tuttavia, sono stati anche in tanti, da sempre, ad evadere il pagamento di questa tassa, il cui funzionamento, con tutti i suoi cavilli poco chiari, è sempre stato fumoso e poco trasparente. Ecco perché pare ormai certo che, a partire dal prossimo anno, il canone televisivo verrà aggiunto nella bolletta della luce, provocando non poche polemiche da parte dei consumatori.
Già, perché se da una parte è stato reso noto che solo un cittadino che sia residente e che abbia il proprio nome intestato alla bolletta della luce riceverà l’addebito del canone televisivo nella suddetta bolletta, d’altro canto non è neppure molto chiaro per quale motivo tale normativa debba venire applicata a tutti, dando quindi per scontato che, se una famiglia usufruisce della rete elettrica, allora per forza di cose è dotata anche di un apparecchio televisivo.
Pare, insomma, che se un cittadino non è in possesso di un televisore, dovrà inviare all’agenzia delle entrate un modello di autocertificazione che confermi il non possesso del suddetto apparecchio. Una seccatura che alcuni, evidentemente, si sarebbero volentieri risparmiati.