eliminare le cariche elettrostatiche dalla plastica

Come eliminare le cariche elettrostatiche dalla plastica

La plastica è uno dei materiali con i quali più spesso abbiamo a che fare nella nostra quotidianità. Si tratta di un materiale resistente, impermeabile, resistente al calore, economico e molto pratico e versatile, oltre che riciclabile, ha insomma diverse frecce al suo arco e per questo molte aziende lavorano la plastica, sia per realizzare imballaggi, che oggetti finiti o un’infinità di componenti e semilavorati. La plastica ha però anche dei difetti, ad esempio se non viene riciclata, ma abbandonata nell’ambiente è altamente inquinante, inoltre anche in fase di lavorazione presenta alcune potenziali criticità.

I materiali plastici, che in genere vengono lavorati ad alte velocità da macchine automatiche, hanno la tendenza a polarizzarsi, accumulando di conseguenza delle cariche elettriche con una certa frequenza e facilità. In condizioni normali la plastica è elettricamente bilanciata o neutra, ma lavorandola ad alte velocità e causando quindi attrito è facile che si carichi positivamente o negativamente. Manco a dirlo le macchine automatiche la lavorano a velocità molto elevate e quindi il problema va senza dubbio affrontato.

La formazione di cariche può causare piccole scosse elettriche, interruzioni o rallentamenti dei vari processi produttivi, un aumento anche significativo degli scarti di produzione, l’attrazione di polveri o altre minuscole impurità e quindi un generale calo nella qualità generale dei prodotti finiti. Per questo molte aziende si chiedono come eliminare cariche elettrostatiche dalla plastica e per fortuna esiste una soluzione al problema, semplice ed efficace.

Eliminare l’accumulo di elettricità statica sulla plastica

Si può eliminare l’elettricità statica dalla plastica applicando sulla macchina che la lavora delle barre ionizzanti. Queste barre, dette anche antistatiche, creano nuvole di ioni che neutralizzano la carica degli elementi con cui entrano in contatto diretto. La soluzione è tecnicamente semplice, ma risulta molto efficace e permette di evitare problemi comuni con ricadute potenzialmente anche molto dannose sulla produzione industriale, così come capaci di impattare anche sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. In alcuni ambienti produttivi, infatti, anche una piccola scarica elettrica può innescare incendi o esplosioni. Eventi che, come ovvio, vanno assolutamente evitati.

Bioplastiche e cariche elettrostatiche

La plastica ai giorni nostri è sempre più spesso sotto accusa per il crescente inquinamento. In realtà non è certo il materiale plastico il vero problema, ma l’uso che ne viene fatto dall’uomo e il suo frequente mancato riciclo e abbandono incontrollato e criminale. Ad ogni modo per fronteggiare il crescente problema di accumulo di plastica nell’ambiente (e spesso in mare) stanno prendendo sempre più piede le cosiddette bioplastiche, materiali innovativi e riciclati: un’alternativa senza dubbio più ecologica alla plastica tradizionale, maggiormente biodegradabile, ma comunque soggetta la problema delle cariche elettrostatiche?

Qualsiasi materiale isolante e quindi anche le bioplastiche, se viene lavorato ad alte velocità, tenderà inevitabilmente a caricarsi elettricamente, accumulando energia elettrostatica. L’accumulo di queste cariche in fase di lavorazione si può prevenire ed eliminare ionizzando l’aria circostante e andando quindi a scomporre gli atomi in ioni positivi e ioni negativi con dei sistemi semi attivi, come le citate barre antistatiche.